Academic Gym è un contenitore di attività formative di varia natura che si svolgono generalmente dal lunedì al giovedì, dalle 18:00 alle 22:00, nelle varie sedi Luiss e il calendario degli incontri è in continuo aggiornamento, come accade in una palestra. Il programma delle attività è ricco di occasioni ed iniziative che possano completare e supportare la formazione degli studenti, sia attraverso l’apprendimento di competenze tecniche in linea con i propri percorsi di studio, sia esplorando le attività di discipline affini e collaterali o, ancora, allenando competenze trasversali attraverso laboratori esperienziali.
L’11 febbraio avrà inzio il ciclo organizzato e tenuto dal nostro Vicedirettore, l’ambasciatore Cosimo Risi, che nelle varie lezioni porrà l’accento sul ruolo che l’Unione Europea assumerà nelle presenti e future sfide poste dal Mediterraneo allrgato, in particolare alla luce dei più recenti eventi politici.
Di seguito riportiamo il programma e il calendario del ciclo di lezioni:
1. Il Mediterraneo allargato, e cioè quell’area che va dal Maghreb al Mashrak fino al Golfo, torna di attualità per gli interessi dell’Unione europea. L’assetto della Libia in primo luogo, dove si affaccia l’ipotesi di un nuovo compromesso fra le fazioni in lotta per la stabilizzazione del paese attorno a due aree di influenza, Tripolitania e Cirenaica. La presenza in Libia, su opposti fronti, di Turchia e Russia rappresenta il fatto nuovo degli ultimi anni e la prova che il Mediterraneo meridionale è zona di incursioni da parte di potenze tradizionalmente escluse. E’ il vuoto americano che altre parti colmano e che l’Unione non è in grado di tutelare adeguatamente essendo peraltro divisa al suo interno fra diverse simpatie (Francia e Italia). La Siria sembra assestata attorno al ritrovato potere di Assad grazie alla protezione della Russia, che così si garantisce lo sbocco al mare caldo e il droit de regard sulle vicende mediorientali. L’interesse con cui Israele guarda a Mosca, non in alternativa a Washington ma a complemento della strategia di contenimento dell’Iran, è significativo del nuovo assetto. Gli Accordi di Abramo sono l’attuazione tardiva quanto efficace del piano del secolo proposto dall’Amministrazione Trump nel 2019. L’Amministrazione Biden non intende recedere da questo approccio, semmai correggerlo con la maggiore attenzione alle esigenze dei Palestinesi, i veri esclusi dagli Accordi. Il nuovo Segretario di Stato, ebreo di formazione europea, dovrebbe garantire a Israele che qualsiasi passo a favore della Palestina non ne minaccia la sicurezza. La quarta elezione in due anni rivela la fragilità del quadro politico alla Knesset, dove neppure l’ultimo governo di grande coalizione ha superato la prova dei fatti. La leadership di Netanyahu è destinata a durare, a meno di inciampi giudiziari. Il Consiglio di Cooperazione del Golfo si rinsalda attorno alla guida dell’Arabia Saudita e del suo Principe ereditario, che sembra avere superato le insidie dell’affare Khashoggi. A meno che elementi dell’Amministrazione USA non ritengano di risollevarlo per contestare l’arretratezza del Regno nei diritti fondamentali. Gli interessi convergenti fra Washington e Riad dovrebbero indurre anche “i radicali” a miti consigli. Un’alternativa agli Al – Saud non è all’orizzonte, si tratta piuttosto di agire per linee interne per favorire l’evoluzione del paese in maniera progressiva. Il modello Marocco di riformismo dall’alto?
2. L’Amministrazione Biden vorrà tornare sulla rotta dell’Amministrazione Obama riguardo all’Iran? Biden era il Vice Presidente nel 2015 quando si concluse il JPCOA (Joint Comprehensive Plan of Action) con l’Iran. Il Segretario di Stato Blinken e il Direttore della CIA Burns erano nella squadra negoziale in veste di diplomatici. L’intesa fu denunciata nel 2017 dal Presidente Trump che applicò sanzioni, anche con effetto extraterritoriale, alle aziende che avessero commerciato con l’Iran. L’effetto congiunto delle sanzioni e della pandemia ha indebolito la Repubblica Islamica e finito per mettere in discussione la guida moderata del Presidente Rouhani. Alle prossime elezioni i sondaggi danno per favorito un candidato conservatore. E dunque non si sarebbe avviato quel “regime change” che era lo scopo di fondo della politica americana. Sul campo continua il conflitto a bassa intensità di Israele nei confronti delle milizie e delle postazioni filo-iraniane in Siria e Libano e dei siti nucleari. La risposta iraniana, sempre minacciata, tarda a manifestarsi, non si comprende se per esigenze operative o per considerazioni tattiche: aspettare la nuova politica americana se davvero presenterà elementi nuovi. Sullo sfondo è la disputa religioso – politica fra le grandi correnti dell’Islàm: sciismo e sunnismo (Iran e Arabia Saudita).
3. La pandemia ha sconvolto il quadro sanitario d’Europa, ne ha risollevato la tempra politica. Sembra archiviata la fase dell’austerità di bilancio per una visione più aperta verso il “debito buono”, quello destinato a superare le conseguenze economiche della crisi e risarcire la frattura con gli strati deboli della popolazione. Quella miscela di malcontento morale e disagio sociale che è alla base del successo dei movimenti populisti – sovranisti. La conversione della Germania al nuovo corso potrebbe durare quanto il residuo mandato della Cancelliera federale o sopravvivere al suo ritiro? Dipenderà dalle elezioni politiche e dalla coalizione che ne emergerà. Next Generation EU è il frutto della nuova stagione. E’ stato anche possibile per il contemporaneo recesso del Regno Unito. La stagione dell’Europa a 27 è tutta da scrivere.
4. Il corso 2021 si propone di lumeggiare alcuni aspetti della situazione mediterranea dall’osservatorio privilegiato dell’Unione europea. Si cercherà di porre alcune questioni: la principale riguarda la conclamata autonomia strategica europea. Una formula che può comprendere molte azioni, ad esempio il procedere verso una politica comune di sicurezza e difesa, nonché una maggiore assertività sulla scena internazionale. Al contrario l’autonomia strategica sarebbe l’ennesima petizione di principio dietro cui nascondere le solite diatribe interne fra stati membri: frugali e dissipatori, federalisti e sovranisti, eccetera. Le risposte non verranno dal nostro corso, possiamo soltanto prefigurarne alcune grazie anche ai contributi dei relatori ospiti.
Testi consigliati:
Corrao e Violante, L’Islàm non è terrorismo, Il Mulino
Ghali, Le chemin de Jerusalem, Fayard
Gozi, Il bersaglio, Editoriale scientifica
Kepel, Uscire dal caos, Cortina
Le Carré, La tamburina, Mondadori
Risi e Rizzo, L’Europa della sicurezza e della difesa, Editoriale scientifica
Versaille, La guerra più lunga, la pace più difficile, Corbaccio
Calendario (ore 18 – 20)
11 febbraio: La strategia euro-mediterranea dalla Dichiarazione di Venezia in poi
18 febbraio: La disputa fra sciiti e sunniti (relatrice ospite: Francesca Corrao, Docente di lingua e cultura araba, Luiss)
25 febbraio: Il processo di pace in Medio Oriente (relatore ospite: Giorgio Gomel, Jcall – European Jewish Call fo Reason)
4 marzo: L’Amministrazione Biden e gli Accordi di Abramo (relatore ospite: Richard Ambrosini, Docente di lingua e letteratura inglese, Università Roma Tre)
11 marzo: I movimenti delle persone nell’area euro-mediterranea (relatrice ospite: Rita Speranza Ambrosio, Ministero Interno)
18 marzo: Sicurezza europea e sicurezza mediterranea (relatore ospite: Andrea Aversano Stabile, Segretariato NATO)
8 aprile: L’autonomia strategica europea (relatori ospiti: Sandro Gozi, Parlamentare europeo; Italico Santoro, Fondazione Spadolini)
15 aprile: Next Generation EU (relatore ospite: Michele Bagella, Docente di economia politica, Università Roma Tor Vergata)
Per avere ulteriori infomazioni sulle modalità di partecipazione si invitano gli interessati a contattare la nostra segreteria alla mail: segreteria@creaf.eu